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scuola primaria è l’ordine scolastico che racco- l’italiano a partire dal loro ingresso nella scuola
glie la maggioranza degli stranieri in termini nu - primaria, continuando ad utilizzare la lingua
merici assoluti (oltre 276.000 studenti), ma sono d’origine in famiglia e nella comunità etnica di
le scuole secondarie di secondo grado che negli appartenenza. Altri ancora hanno una competen-
ultimi anni hanno conosciuto un significativo za plurilingue che comprende, oltre all’italiano,
incremento degli alunni immigrati (le presenze si più varietà della lingua d’origine o anche lingue
sono sestuplicate nell’ultimo de cen nio). di colonizzazione.
Definiti globalmente “alunni con cittadinanza Una competenza a livelli diversi della lingua
non italiana” nei documenti ministeriali, gli stra- italiana è posseduta anche dagli alunni figli di
nieri costituiscono una componente della popola- matrimoni misti, in cui uno dei genitori è italia-
zione scolastica tutt’altro che omogenea e indif- no. In questo caso sono le abitudini linguistiche
ferenziata. Numerosi sono infatti i fattori che della famiglia, che può scegliere di utilizzare
concorrono a definire la condizione personale solo l’italiano o anche la lingua del genitore stra-
dell’alunno e distinguerla da quella degli altri niero nella comunicazione quotidiana intrafami-
stranieri: età, lingua madre, data del proprio liare, ad influire sul grado di padronanza e di
arrivo e durata della permanenza in Italia, espe- bilinguismo del bambino.
rienza di apprendimento, grado di istruzione e Vari livelli di competenza dell’italiano ca rat -
livello di conoscenza della lingua italiana, usi lin- terizzano soprattutto il profilo dei bambini e degli
guistici della famiglia, presenza e consistenza adolescenti stranieri nati all’estero e poi trasferi-
della comunità etnica, solo per elencare alcune tesi nel nostro Paese. Il grado di pa dro nanza lin-
tra le variabili più rilevanti. Considerare quindi i guistica di questi alunni è infatti strettamente
minori immigrati come un unico profilo di ap - connesso alla durata della loro permanenza in
prendenti e operare una distinzione solo nei con- Italia e all’epoca del loro arrivo. Chi si trasferisce
fronti dei compagni italiani, significherebbe non nella prima infanzia inizia precocemente ad utiliz-
riconoscere la complessità del fenomeno e non zare l’italiano in domini di comunicazione extra-
poter individuare i fattori in base ai quali elabo- familiare e a utilizzare questa nuova lingua nelle
rare interventi didattici adeguati ed efficaci. interazioni sociali. Gli alunni già scolarizzati nel
In primo luogo gli alunni stranieri differiscono paese di provenienza, che vengono poi inseriti nel
per paese di provenienza della famiglia e di sistema sco lastico italiano a seguito del loro tra-
nascita e quindi per cultura e lingua madre. No - sferimento, incontrano invece maggiori difficoltà
no stante le catene migratorie e le opportunità non solo per l’in con tro più tardivo con la lingua
lavorative favoriscano la concentrazione di grup - italiana ma anche per il carico linguistico e cogni-
pi etnici in particolari zone del nostro Paese e tivo che devono sostenere. Oltre a dover sviluppa-
alcune nazionalità, come quella romena, albane- re un grado di padronanza linguistica che con -
se e marocchina, risultino numericamente più senta loro di in te ragire nelle situazioni di vita
consistenti di altre, gli alunni migranti costitui- quotidiana, questi alunni devono infatti sviluppa-
scono una porzione della popolazione scolastica re in breve tempo anche un livello di competenza
molto eterogenea per luogo di provenienza (più più complesso, necessario per poter affrontare lo
di 200 diversi paesi secondo il dossier statistico studio delle discipline in lin gua italiana (cfr. par.
Gli alunni stranieri nel sistema scolastico italia- 3). Accanto a questi fattori condivisi, anche altri
no. A.S. 2012/2013 del MIUR). di natura linguistica e sociolinguistica pos sono in -
Inoltre buona parte degli alunni stranieri ter venire nel pro ces so di ap pren di mento del l’i ta -
(47,2% secondo i dati MIUR) è attualmente costi- liano fa vo rendolo o ral len tandolo. Come è no to, la
tuito da bambini e ragazzi nati in Italia. Sempre di stan za ti po lo gi ca tra la L1 e l’i ta lia no incide sul -
più numerosi, soprattutto nella scuola dell’infan- la rapidità di ap prendimento come pu re le op por -
zia e nella primaria, questi alunni possono avere tunità di esposizione e impiego del l’i ta lia no nella
una padronanza molto variabile dell’italiano. Al - vita ex trascolastica. Ad esempio, l’ap par te nen za
cuni sono stati inseriti nella prima infanzia nel ad una comunità etnica molto estesa su un terri-
sistema scolastico e utilizzano l’italiano anche in torio e con un indice di densità demografica ele-
ambito familiare, per comunicare ad esempio vata promuove all’impiego della lingua di origine
con fratelli maggiori, per cui sviluppano precoce- in domini diversi da quello educativo, confinando
mente una competenza bilingue. Altri imparano perlopiù a quest’ultimo l’uso dell’italiano.
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