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sezione Monografica
7. assicura un punto di partenza prestabilito, il 3. Il laboratorio di didattica inclusiva:
verbo, àncora sicura per l’implementazione del
lessico, la costruzione della frase e la pianifica- contesto, metodo, modello operativo
zione della riflessione metalinguistica; 3.1. Il contesto
8. dà rilievo al sintagma, costituente di base del- Secondo i dati dell’Osservatorio Scolastico della
la sintassi, parte della competenza linguistica Provincia di Prato (2015), nelle scuole della provincia
mentale dei parlanti, ma trascurato dalla gram- di Prato si contano 8.237 alunni con cittadinanza non
matica tradizionale (Vanelli 2010).
italiana, pari al 22,4% dell’intera popolazione scola-
stica. Secondo i dati elaborati dal MIUR, risulta ampio
2.2. La Grammatica valenziale nella classe il superamento dell’incidenza media nazionale (9%).
plurilingue Prato si conferma, pertanto, la prima provincia italiana
come percentuale di stranieri sul totale degli studenti,
Per quanto riguarda gli apprendenti di italiano L2, il seguita da Piacenza (20,4%), Mantova (18,5%), Brescia
modello valenziale aggiunge, inoltre, ulteriori vantaggi (17,4%).
a quelli sopraelencati: Le tre classi quarte di scuola primaria che hanno
1. è motivante ed “accessibile” per tutti e per cia- partecipato al laboratorio non si discostano fortemen-
scuno ; te dal dato territoriale, con una forte presenza di allie-
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2. permette lo sviluppo della capacità di segmen- vi parlanti italiano L2, soprattutto sinofoni e parlanti
tazione della lingua in parti discrete e significa- albanese.
tive attraverso la rappresentazione e i colori,
accelerando i processi di acquisizione; 3.2. Facilitazione Linguistica e
3. si presta ad un lavoro approfondito sul lessico Apprendimento Cooperativo
(es. le diverse accezioni delle parole) e sulle
reggenze dei verbi e le preposizioni (Camodeca nella classe plurilingue
2011); Nel rispetto della normativa vigente in materia di
4. facilita la riflessione metalinguistica sugli argo- personalizzazione degli interventi educativi e didattici
menti diretti e indiretti del verbo predicatore, nella scuola con alunni con bisogni specifici, in gene-
soprattutto i pronomi clitici, scoglio nell’ap- rale, e parlanti italiano L2, in particolare , da anni nel
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prendimento dell’italiano L2 (Pona 2009a; territorio di Prato si sperimenta un approccio inclusivo
2009b, per gli aspetti teorici; Gabbanini et al. alla facilitazione linguistica e degli apprendimenti, al-
2013: 414-416, per gli aspetti didattici); ternando interventi di italiano L2 fuori dalla classe di
5. facilita lo sviluppo di quadri argomentali target. appartenenza degli allievi ad una didattica di italiano
Le interlingue prevedono massiccio uso di ellis- L2 nella classe insieme ai pari italofoni (Sardi 2013). La
si degli argomenti, soprattutto i clitici, elementi metodologia ALC (Apprendimento Linguistico Coope-
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con poca salienza fonica e marcati dal punto di rativo) nella classe curricolare fonde insieme Appren-
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vista formale e sintattico (Cordin 2003; Pona dimento Cooperativo (AC) e Facilitazione Linguistica e
2009a): l’ipotesi, da verificare con specifiche ri- degli apprendimenti (FL).
cerche, è che la riflessione esplicita su segmenti I vantaggi che derivano dalla scelta di un approccio
del nucleo della frase con valenze saturate pos- cooperativo alla facilitazione linguistica , basato sulla
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sa accelerare il passaggio a fasi interlinguistiche
con elisioni più vicine a quelle degli enunciati 6 Per una riflessione sulla normativa della personalizzazione
della lingua target; degli interventi educativi e didattici nella classe con allievi
parlanti italiano L2, si rimanda a Chiappelli, Pona (2015).
6. è centrato sulla “frase”, unità ponte tra le cate- 7 Per ragioni di spazio non è possibile approfondire in questa
gorie lessicali, gli aspetti morfosintattici e il te- sede la metodologia ALC. Rimandiamo, pertanto, a Gentile
sto (Camodeca 2011; Fink 1977), quest’ultimo et al. (2014) e a Natali, Pona, Troiano (2015).
considerato come unità della comunicazione, 8 Da AC derivano l’attenzione ai quattro cardini metodologici
centrale nella didattica delle lingue (Balboni (Interdipendenza positiva, Responsabilità personale, Equa
2002; Vedovelli 2010). partecipazione, Interazione simultanea) e un pacchetto di
procedure didattiche cooperative.
9 Per un approfondimento del fruttuoso rapporto tra faci-
5 Interessante il confronto con quanto affermato in litazione linguistica in L2 e Apprendimento Cooperativo si
Daloiso (2015) e in Penge, Martinelli (2011) per l’analisi rimanda a McCafferty, Jacobs, DaSilva Iddings (2006) e a
metalinguistica nella classe con bisogni specifici. Rutka (2006).
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