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            costruzione del gruppo e sulla promozione, attraverso   testi); 3) fase conclusiva di auto-valutazione, di valu-
            le relazioni, di un clima positivo di lavoro, sono nume-  tazione del lavoro dei gruppi e dei singoli apprendenti
            rosi. Nel lavoro in gruppi cooperativi:        e di feedback.
               1.   aumenta il carico di input comprensibile (Dulay,
                  Burt, Krashen 1982) attraverso la negoziazione   4.  Il laboratorio in classe: alcuni esempi
                  dei significati tra gli apprendenti;         di attività
               2.   la quantità di parlato degli apprendenti rispet-
                  to alla classica lezione frontale, in cui il docente   Si riportano, qui di seguito, due attività tratte dal
                  parla e gli studenti ascoltano e/o prendono ap-  3° I/L.
                  punti, è molto maggiore, così come la varietà di
                  funzioni comunicative coinvolte;          4.1. Tinto Pezza dentro gli schemi
               3.   si  sviluppano  abilità  linguistico-comunicative  –   Ad ogni gruppo cooperativo eterogeneo formato da
                  e non solo – più vicine a quelle richieste dagli   quattro bambini, viene consegnata una copia in forma-
                  scambi autentici della vita quotidiana;  to A3 con gli schemi valenziali vuoti (fig. 1). Sulla cat-
               4.   ciascuno partecipa secondo le proprie possibili-  tedra viene poggiata una lista di frasi (Piove, Il vento
                  tà e caratteristiche individuali senza forzare stili   soffia, I ladri rubano la cintola, Il vescovo manda Tonio
                  cognitivi e tipologie di intelligenza;   da Tinto Pezza, Tonio corre da Tinto Pezza) liberamente
               5.   le  attività  di  gruppo  permettono  lo  sviluppo   tratte dalla storia di Tinto Pezza (Passi 2013), sulla quale
                  dell’autonomia negli apprendimenti perché cia-  i gruppi cooperativi hanno lavorato nell’I/L precedente,
                  scun  apprendente  è  chiamato  a  svolgere  una   creando un vocabolario di gruppo e semplificando il te-
                  funzione nell’ottica dell’interdipendenza positi-  sto con l’aiuto delle “Regole del Semplificatore”.
                  va e della responsabilità personale;        I gruppi hanno i seguenti ruoli cooperativi interdi-
               6.   si abbassano il filtro affettivo e le ansie dovute   pendenti: “Memoria” (legge le frasi alla cattedra e le
                  alla prestazione, facilitando gli apprendimenti.  riporta al gruppo); “Mastro Grammatico” (presiede la
                                                           discussione  sulla  compilazione  degli  schemi);  “Scrit-
             3.3. Il modello operativo                     tore”  (compila  gli  schemi  valenziali);  “Ambasciatore”
                                                           (riferisce in plenaria le soluzioni del gruppo). Ciascun
               Il modello operativo, che attinge ad un pacchetto   membro del gruppo è anche “Grammatico” e respon-
            di procedure/tecniche didattiche cooperative, preve-  sabile della soluzione trovata per gli schemi.
            de che ciascun incontro/lezione (I/L) o Unità di Lavo-  Al termine dell’attività si svolge la correzione e la
            ro/Apprendimento  (UdLA)   (della  durata  di  circa  2   riflessione in plenaria.
                                  10
            ore) e ciascuna Unità Didattica (4 incontri della durata
            di circa 8 ore) siano articolati in 3 macro-fasi: 1) fase
            introduttiva, nella quale si lavori soprattutto sulla cre-
            azione del clima, sulle relazioni all’interno dei gruppi
            cooperativi, sulle pre-conoscenze e sulla contestualiz-
            zazione del lavoro disciplinare; 2) fase centrale di svol-
            gimento del lavoro sulle discipline centrato sui testi in
            microlingua (scoperta/comprensione dei testi, ricerca
            sui testi, rielaborazione dei temi e delle strutture dei

            10  Il  nome  Unità  di  Lavoro/Apprendimento  nasce  dalla
               fusione  di  noti  modelli  operativi  della  glottodidattica:
               l’Unità  di  Apprendimento  (UdA),  proposta  da  Balboni
               (2002),  ma  anche  Unità  di  Acquisizione  in  Balboni
               (2012);  l’Unità  Didattica  centrata  sul  testo  (UDt),
               proposta da Vedovelli (2010); l’Unità di Lavoro (UdL),
               proposta da Diadori (2015). I diversi modelli risultano
               facilmente integrabili. Il primo modello, della scuola di
               Freddi, Titone e Balboni, si richiama apertamente alla
               psicologia  della  Gestalt  e  alle  nozioni  di  bimodalità  e
               direzionalità; i modelli di Diadori e Vedovelli rimanda-
               no, tra gli altri, al Quadro Comune Europeo di Riferimen-
               to  per  le  Lingue  e  alla  funzione  chiave  del  testo  nel-  fig. 1 Schemi valenziali vuoti.
               l’apprendimento delle lingue.

            edizioni Edilingua
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