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ITALIANO
A STRANIERI
anche assegnare un genere testuale specifico al DDO to ; parole non stereotipiche o palesemente offendenti
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che si presenta piuttosto come una categoria ontologi- e tuttavia associate alla denigrazione ; parole derivanti
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ca trasversale in grado di prendere la forma del poema dagli apparati riproduttivi ; parole di valore descrittivo
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epico (omerico, ad esempio, nell’ira funesta del Pelìde che tuttavia presentano anche accezione marcatamen-
Achille) della poesia (il registro irato di Dante nella te spregiativa ; gruppi di parole riconducibili a reati e
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Commedia ne è un ottimo esempio, così come il Con- a peccati/vizi capitali codificati dalla tradizione cristia-
tra medicum petrarchesco) dell’orazione (ciceroniana na . Accanto alla lista di auspicabile proscrizione de-
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ad esempio), ma anche della breve scritta sul muro e, mauriana, nella trattazione si reperiscono le strutture
oggigiorno del post di Facebook. di morfologia derivazionale che in italiano possono es-
sere utilizzate per costruire termini denigratori che De
2.1. Struttura del DDO Mauro distingue per derivati suffissati (-accio/a per es.
donnaccia, ragazzaccio; -astro/a per es. giovinastro, po-
Come detto nell’introduzione, uno dei proble- etastro; -aglia per es. brodaglia, teppaglia; -azzo per es.
mi principali che si riscontra nell’accostarsi al DDO è andazzo, amorazzo; -esco per es. libresco, bambinesco;
quello di riconoscerlo. Sembra paradossale e tuttavia -iccio per es. chiacchiericcio, sudaticcio; -oide per es.
il potente congegno linguistico, attraverso la proprietà intellettualoide, genialoide; -onzolo per es. pretonzo-
della vaghezza (De Mauro 1982), riesce talvolta a con- lo, mediconzolo; -uncolo per es. ladruncolo, omuncolo;
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segnare un messaggio offensivo senza che i meccanismi -ume per es. vecchiume, untume) e derivati prefissati
di controllo deputati a rintracciarlo riescano ad inter- (ipo- per es. ipoaffettivo, ipoumano; pseudo- per es.
cettarlo. È attraverso la vaghezza e l’uso contestuale pseudoattore, pseudocantante; sotto- per es. sottospe-
della lingua che si spiega la capacità di penetrazione cie, sottocultura; sub- per es. subnormale, subuama-
del DDO su Facebook, l’altrimenti ben vigilato social no). Accanto ai derivati De Mauro dispone i composti
network di Mark Zuckerberg che presenta una lunga li- che, come primo elemento presentano caca- (per es.
sta di parole-tabù messe a guardia delle proprie pagine. cacasentenze); lecca- (leccaculo); mangia- (per es.
Lo osserva Tullio De Mauro che nel 2016 sente l’esigen- mangiacrauti); rompi-/scassa-/spacca- (cazzo, minchia,
za di rispondere alla chiamata alle armi contro l’odio palle), e le polirematiche che, come primo elemento,
online e la xenofobia presentando Le parole per ferire presentano faccia di/da e testa da/di. La lista delle spie
(2016) alla commissione nominata ad hoc dalla Camera lessicali utili a riconoscere il DDO, tuttavia, non basta a
dei deputati. Nel testo De Mauro compila una lunga li- rintracciare per intero gli usi odiosi delle parole il cui re-
sta di parole e di usi contestuali che nell’italiano vengo- perimento deve essere inscritto nell’analisi del co-testo
no adoperati per denigrare sia nel senso letterale che in e contesto, tenendo in considerazione gli aspetti prag-
quello figurato. Vi compaiono dunque sia termini pale- matici, le funzioni e i riferimenti extratestuali sottesi.
semente offensivi, sia parole che in genere non vengo- Per descrivere i DDO online di stampo razzista nel
no utilizzate per ingiuriare e tuttavia possono risultare già citato lavoro di Ferrini e Paris (2019) abbiamo evi-
eccellenti strumenti di oltraggio. Nella trattazione de- denziato il ricorrere di uno schema ternario in cui le
mauriana trovano spazio le parole evocanti stereotipi figure che fanno parte della narrazione vengono in-
negativi, circa duecento lemmi ricavati da fonti lessi- catenate: il “Noi” linguisticamente e simbolicamente
cografiche (GRADIT) che, richiamando un preconcetto caricato di valori positivi, il “Loro” linguisticamente e
negativo, colpiscono l’intera categoria cui afferiscono ; simbolicamente caricato di valori negativi, gli “Altri”
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le parole riferentesi alla diversità del soggetto denigra- linguisticamente caricato di valori negativi, ma diversi
rispetto a quelli ricondotti alla categoria “Loro”. La ca-
1 Da non confondersi con il carattere polisemico delle paro-
le: “Dobbiamo scartare dalla nostra considerazione la va- tegoria “Altri” viene infatti impiegata per descrivere le
ghezza puramente pragmatica, soggettiva, ristretta a quei figure italiane che non prendono le distanze dai “Loro”.
soggetti male informati del funzionamento di un codice e Sul piano linguistico osserva Faloppa (2020: 169)
della consistenza dei sensi del suo campo noetico. […] La
vaghezza è una condizione segnica, non soltanto seman- 3 Da ricercarsi tra parole che indicano disabilità fisiche (ab-
tica: dove essa è presente, investe del pari significato e norme, zoppo); parole per diversità psichiche o intellettuali
significante. Il segno […] è lo strumento di una attività al- (analfabeta, cerebroleso); parole per difetti morali o com-
lusiva, di un gioco orientato a stabilire un’intesa tra utenti portamentali (bigotto, perditempo); parole per evidenzia-
perché con dei segnali tra loro assimilabili ci si rivolga, ci si re la diversità socioeconomica (povero, emarginato).
avvii verso un gruppo di sensi (1982: 99-1009). 4 Derivanti dal mondo animale (asino, cagna); dal mondo
2 Da ricercarsi tra sostantivi e aggettivi etnici (americanata, vegetale (bietolone, zuccone).
zingaro); sostantivi e aggettivi di luoghi e città italiane im- 5 Tra gli esempi riportati coglione e fesseria.
piegati in modo dispregiativo (genovese, polentone); paro-
le indicanti professioni o attività valutate per diversi motivi 6 Tra gli esempi riportati borioso, intrigante, uterino.
negativamente (baccamorto, bottegaio). 7 Tra gli esempi citati (ladro, stupratore, superbo, avaro).
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